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Il modello patriarcale, dominante soprattutto per ragioni ereditarie nel nostro Paese, entrò in crisi già nel corso dell’800’ sulla spinta della rivoluzione industriale. Una crisi che trascinò con sé tutto un sistema di valori secolari: in primis il ruolo del pater familias, padre e padrone che organizzava l’intera vita del “casato”. La vecchia visione del modello di maternità e paternità vuole che l’unico dovere del padre alla nascita del figlio sia quello del mantenimento, la sua presenza quotidiana non sembra indispensabile perché i suoi rapporti col bambino hanno come intermediaria la madre, e passano quindi attraverso di lei.

Oggi si assiste ad una progressiva ridefinizione dell’immagine sociale della donna, dei ruoli femminili e maschili, della partecipazione dell’uomo ai compiti domestici e alla cura ed educazione dei figli: i coniugi hanno dunque risposto ai bisogni di cambiamento dei ruoli familiari e genitoriali in maniera diversa, accettando la sfida. Anche il valore sociale del bambino è cambiato: da investimento economico è diventato investimento affettivo anche per i padri che, sempre più numerosi, preferiscono l’intimità con i figli piuttosto che l’autorità e la distanza. All’amore del potere molti uomini cominciano a preferire il potere dell’amore, condividendo quel tipo di rapporto che nel passato era riservato esclusivamente alle madri. Malgrado le tante analisi, non è facile definire i papà di oggi.

Il genitore maschio ha invaso un territorio storicamente non suo, senza modelli precedenti a cui ispirarsi. Il grande sviluppo della paternità è senz’altro una grande conquista antropologica, ma ancora condizionata da fattori sociali ed economici non sempre favorevoli. I padri di oggi hanno paura di differenziarsi dalla figura materna e spesso ne diventano una replica. Per alcune mamme, i nuovi padri sono una risorsa preziosa per non gestire l’accudimento quotidiano da sole, mentre altre li vivono come un attentato al potere. Il papà deve poter instaurare relazioni speciali con ogni figlio. Un papà che abbia il compito di aiutarlo ad inserirsi nella società, che sappia consolarlo nel caso di eventuali sconfitte e lo inciti a riprovare, ad avere stima di sé.

Il papà deve trovare il giusto ruolo al fianco del bambino e della mamma. La prima tappa importante è che il padre liberi il bimbo dall’abbraccio esclusivo della madre che lo vorrebbe sempre attaccato a sé. È il famoso “paio d’aliche serve al piccolo per crescere. In secondo luogo il papà funge da stabilizzatore emotivo, poiché tranquillizza la mamma in genere ansiosa perché troppo coinvolta nel ruolo genitoriale. Per gli uomini che decidono di guardarsi dentro e di agire, la paternità diventa un’importante occasione di differenziazione. Non sempre il compito risulta agevole, ma papà e mamma si devono sentire coinvolti alla pari, in sintonia e complicità, creando un’occasione per un rapporto di cooperazione.

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