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Nella scuola, in particolare allontanandosi dall’età dell’infanzia, si assiste ad un processo inesorabile chiamato “scolarizzazione”, in cui avviene una trasformazione importante, utile, ma anche “rischiosa”.

Importante perché segna la crescente abilità dei bambini di auto-regolare i propri comportamenti e le emozioni provate nelle situazioni frustanti quanto in quelle serene.

Utile, perché consente alla vita collettiva scolastica di avere un flusso routinario che mette l’insegnante nella condizione di governare efficacemente la classe per i fini proposti.

Ma anche “rischiosa”, poiché può condurre a spegnere una parte del cervello, quell’area vitale chiamata creatività.

Il pensiero creativo costituisce un’occasione per conoscere il mondo e se stessi coinvolgendo molteplici dimensioni: cognitive, emotive, sociali.

L’arte rappresenta un vero medium per l’apprendimento, diventando uno strumento per costruire nuove conoscenze a scuola: in ogni sua manifestazione, l’arte è la più alta espressione umana di creatività e fantasia, un momento unico che permette al soggetto di esteriorizzare la propria interiorità.

Molti studi hanno messo in luce forti correlazioni tra arti espressive e il miglioramento delle abilità dei bambini in ambito scolastico e sociale, come alternativa positiva all’espressione di sé, limitando o aggirando gli impedimenti che il canale verbale può a volte procurare e favorendo l’interazione sociale, inducendo ad investire sulla propria piccola comunità, come il gruppo o la classe.

Focalizzandoci sul gesto grafico, si può affermare che la scrittura (intesa come gesto, appunto)  è un lungo traguardo di uno sviluppo progressivo che parte dallo scarabocchio: è proprio in questa fase che il bambino inizia ad acquisire quelle abilità percettive e motorie fondamentali, impara a coordinare il movimento dell’occhio con il movimento della mano che si muove sulla superficie, provando piacere per le tracce lasciate sul foglio, impara a controllare ed affinare la sua mano producendo linee arrotondate, oblique, spezzate, comincia a d incontrare le prime forme come ovali, cerchi, spirali, quadrati…

Continuare a favorire queste espressioni grafiche nei bambini è importante, non solo come modalità di approccio alla scrittura, ma anche come esperienza di crescita.

Lo psicologo e docente statunitense Howard Gardner, noto per la teoria sulle intelligenze multiple, afferma che gli anni che precedono l’ingresso a scuola sono l’aurea della creatività e una volta superati si tende ad ingabbiare i piccoli in materiali preconfezionati, impedendo loro di esplorare e scoprire con spontaneità il mondo e loro stessi.

Molti insegnanti, come consuetudine, utilizzano schede prestampate, dove il bimbo non deve fare altro che colorare una mela, una casa, un paesaggio; dove sta la creatività e la libera espressione?

Oppure schede di pregrafismo dove bisogna unire i puntini andando così a spezzettare e rallentare il gesto grafico.

Dobbiamo invece lasciare i bambini scarabocchiare, liberi di tracciare con la mano linee senza un obiettivo per stimolare fantasia, intelligenza delle mani e facilitare l’apprendimento della scrittura senza forzature.

Esistono molteplici tecniche che possono sostituire i noiosissimi esercizi di pregrafismo prestampati e trasformare le attività dei bambini in vere opere d’arte.

In questo modo, ci si diverte e i piccoli si sentiranno artefici del proprio apprendimento, soddisfatti di aver creato da soli un prodotto del tutto personale e unico.

Ogni superficie, attraverso materiali diversi come cere e pastelli colorati, acquerelli e fogli di varie grandezze, può venire ricoperta con movimenti scorrevoli, frutto della coordinazione dei vari segmenti del braccio (spalla, gomito, polso, mano, dita) che si muovono in sinergia e flusso continuo ed essere strutturati in infinite sequenze e configurazioni di segni.

Ciò che si propone è un uso divertente, creativo e fantasioso del gesto grafico, dove si permette al bambino sia la libera espressione di sé, sia di conquistare fluidità e distensione affinché la scrittura possa diventare piacevole a livello senso-motorio e visivo.

 

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