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Le bugie dei bambini, a volte custodiscono talenti e potenzialità, a volte sono segnali di disagio da esplorare e comprendere. Come ci racconta la favola di Pinocchio, il famoso burattino che, con il suo modo di interpretare la realtà, riesce a dare “nuovi occhi” agli adulti che lo circondano.

Per i bambini le bugie rappresentano una tappa, un passaggio fondamentale ed inevitabile, destinato a risolversi con il procedere dello sviluppo. Dietro ogni bugia si nasconde sempre un nucleo di verità, spesso un desiderio, un bisogno, talvolta un disagio difficile da confessare. Prima di smascherarle e punirle, bisogna imparare a riconoscere il loro senso e la loro funzione, mettendo da parte la condanna morale.

Fino ai tre anni tutto ciò che il bimbo ci racconta, dai mostri paurosi agli amici immaginari, non sono bugie, anzi, il piccolo è convinto che quanto detto sia vero e questo lo aiuta nel suo percorso di crescita.

Secondo molti studiosi ed esperti dell’età evolutiva, dopo i quattro anni i bambini iniziano a comprendere la differenza tra “cose vere” e “cose non vere”: da questo momento in poi si inizia ad affinare la tecnica del raccontare bugie, il più delle volte per sfuggire ad una punizione o sottrarsi da un rimprovero.

Verso i sei, sette anni, la distinzione tra realtà e finzione inizia ad essere più chiara, in concomitanza con lo sviluppo delle operazioni intellettuali e lo sviluppo del giudizio morale; si mente consapevolmente con la precisa intenzione di ingannare la buona fede dell’altra persona.

Intorno ai nove, dieci anni, i bambini imparano la tecnica della dissimulazione, ovvero “l’arte” di non dire una bugia tacendo una parte della verità (esempio, dire alla mamma di aver preso un ottimo voto in matematica omettendo di aggiungere però, che la maestra ha messo una nota alla classe per aver fatto confusione durante l’ora). La dissimulazione è un comportamento che riduce il senso di colpa dal punto di vista di chi mente, in quanto si ritiene di non avere propriamente mentito.

Infine, nel periodo dell’adolescenza, la bugia rappresenta un modo per affermare la propria identità e continuare a tracciare il percorso evolutivo verso l’autonomia. Si mente perché ci si vuole sentire ammirati, oppure per cercare di superare il senso di inferiorità che si prova rispetto ad altri coetanei adolescenti.

Tra i diversi tipi di bugia si considerano:

-le vanterie, ovvero tentativi di modificare e/o migliorare la realtà. Si trasformano i desideri in un racconto. Se queste però, diventano frequenti e sistematiche, bisogna capire se il piccolo soffra per una situazione di inferiorità sociale oppure affettiva;

-consolatorie, vale a dire che le bugie si inventano per consolarsi. I bambini potrebbero sentirsi poco amati, apprezzati, infelici;

-complesse ed intenzionali: possono instaurarsi quando gli adulti nutrono per i loro figli un eccesso di aspettative, quando chiedono loro “missioni impossibili”, come quello di aderire ad un particolare modello di perfezione. Più si vogliono bravi, ordinati, capaci, più si invitano a mentire per dare vita ad un’altra realtà, quella in cui si riesce a soddisfare tutte le attese dei genitori.

Le bugie dei bambini devono iniziare a destare preoccupazione quando diventano così frequenti da indurli a costruirsi un “mondo finto”, fatto di illusioni, di sogni, di desideri poco legati alla realtà che si sta vivendo, che può non piacere oppure fare soffrire. In questo caso per il bambino la falsità diventa uno stile di relazione che deve allertare, poiché dietro a tutto ciò possono nascondersi problemi più seri.

Cosa si può fare l’adulto? Ascoltare e mediare

Evitare di etichettare il piccolo come bugiardo: così facendo si tende ad incoraggiare questo tipo di comportamento. Se ammette con sincerità i suoi errori, non bisogna punirlo, si rischia di innescare la spirale delle bugie per evitare nuove punizioni.

Quando le bugie sono frequenti è comunque consigliabile non esagerare con la repressione o con la punizione, tendando di andare alla radice della questione. Dietro ogni bugia raccontata da un bambino, con un po’ di attenzione e disponibilità all’ascolto, l’adulto può cogliere ragioni, desideri nascosti, aspirazioni. Quasi sempre, basta poco per trovare insieme una soluzione. Importante è dare sempre il buon esempio, non mentendo ai figli, anche quando ci pongono domande difficili o imbarazzanti.

Ciò nonostante, una “piccola bugia” ogni tanto, non è negativa: attraverso essa, il bambino ricerca un nuovo equilibrio, una soluzione creativa che lo aiuti a crescere e superare gli ostacoli, trovare nuove strade per esprimersi, con benefici sul cervello, che, grazie all’immaginazione, sviluppa ed accresce la sua funzionalità.

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