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Le difficoltà scolastiche rappresentano un indicatore importante, che esprime l’incapacità del bambino di fornire prestazioni scolastiche adeguate all’età e alla classe di frequenza, e non sempre possono essere ricondotte a cause specifiche.

Spesso sono il risultato di diversi fattori in sinergia fra loro quali errori di tipo pedagogico, contesto socio-culturale particolare e non adeguato, peculiarità individuali come scarsa autonomia e motivazione; tutti elementi che possono influenzare il rendimento scolastico.

Importanza dell’autostima

L’apprendimento mette lo studente di fronte ad una situazione di novità, al confronto con qualcosa che non conosce, che può produrre incertezza, disorientamento, paura di deludere i genitori o gli insegnanti, essere giudicato e confrontato con altri. Il bambino che va a scuola ha una immagine di sé che si è costruita nel tempo: alcuni piccoli hanno fiducia nelle loro capacità, altri, di fronte ad un impegno, sono sfiduciati e non si sentono all’altezza.

Importanza dell’ambiente scolastico

Anche la scuola rappresenta un ambiente dove il bambino o il ragazzo può individuarsi come persona capace e stimabile o al contrario suscitare in lui sentimenti negativi, di svalutazione e di inadeguatezza. L’apprendimento mette sempre insieme il rapporto con la conoscenza e la relazione con un’altra persona: l’insegnante, dunque, influenza la capacità di imparare e la possibilità di aprirsi a nuove esperienze.

Importanza di crescere in un contesto sereno

Un bambino che soffre a causa di forti conflitti famigliari, maltrattamenti, separazioni, malattie, lutti, abbandoni, non può apprendere perché non ha la serenità per farlo. La mente è occupata altrove: tutte le energie servono non per studiare, ma per tenere a bada il dolore, la rabbia, la sofferenza.

Importanza del grado di maturazione globale

Sono moltissimi i bambini che vengono iscritti all’età di cinque anni alla scuola primaria, pur non essendo assolutamente pronti. Le iscrizioni fatte troppo presto, non adeguate al bimbo, possono provocare molte difficoltà future: oltre a vivere la realtà scolastica con disagio e non reggere il confronto con i compagni più grandi, vengono privati di un anno della scuola d’infanzia, occasione per crescere e sviluppare competenze sociali e cognitive.

Cosa può fare la famiglia?

Evitiamo innanzitutto di riversare eccessiva ansia sul bambino, peggiorando la situazione: spesso i problemi descritti non derivano da ritardi cognitivi e adeguati itinerari educativi possono facilitare i processi di apprendimento. Chiediamo all’insegnante di aiutarci a capire meglio il problema e di darci qualche suggerimento per seguire con più efficacia il bimbo nei compiti a casa.

L’apprendimento non riguarda solo ciò che si fa a scuola. Viviamo infatti immersi in un mondo di stimoli relativi ai numeri e alle parole scritte, basti pensare ai cartelli pubblicitari, alle insegne, ai numeri telefonici, etc.; aiutiamo quindi il piccolo ad essere più autonomo nella vita quotidiana.

Responsabilizziamo il bambino dimostrando di avere piena fiducia in lui; diamogli incarichi piacevoli, come fare l’elenco della spesa, oppure aiutarci a cucinare qualcosa, comunicando l’importanza di questi piccoli gesti per la famiglia.

Se le difficoltà sembrano essere particolarmente evidenti, non esitiamo a chiedere aiuto a professionisti seri e preparati.

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