Angry Child

C’era una volta un bambino di nome Michele, ma tutti nel paesello lo chiamavano simpaticamente “Fiammiferino”.

Michele aveva sette anni, era biondo con due occhioni azzurri e un grande difetto: si arrabbiava per un nonnulla…

Si arrabbiava con la mamma se dimenticava di comprare le sue merendine preferite, si arrabbiava con il papà se tardava due minuti a riprenderlo all’uscita della scuola, si arrabbiava con la nonna se la domenica non preparava le solite lasagne al ragù, si arrabbiava con la maestra se invece di otto in matematica prendeva sette.

Per questi motivi si meritò il soprannome di Fiammiferino: ogni volta che qualcosa non andava come voleva, andava su tutte le furie e s’incendiava come la capocchia di un fiammifero, quelli che noi usiamo per accendere il fuoco in cucina. Michele non aveva molti amici, riusciva a litigare sempre con tutti per i motivi più banali.

Un giorno, mentre giocava da solo nel giardino, vide vicino il grande albero verde una strana creatura. Si avvicinò incuriosito. Era un omino grande quanto una mano, che stava raccogliendo le foglie.

-Ehi tu! Cosa ci fai qui?- tuonò il piccolo.

L’omino lo guardò perplesso.

-Mi chiamo Calmino, sono il folletto del tuo albero. Sono venuto a farti visita, mi hanno detto che qui abita un bambino sempre arrabbiato e senza amici- disse il folletto.

-Come osi parlare così di me?- urlò corrucciato Michele. Poi si fermò un attimo, guardò Calmino, abbassò lo sguardo e diventò triste.

-Hai ragione, sono sempre arrabbiato. Specie con le persone che mi vogliono tanto bene, come i miei genitori e i miei nonnini. Se qualcosa non va come dico io me la prendo così tanto che non riesco a trattenermi. Cosa posso fare, caro il mio folletto, per riuscire a stare tranquillo senza farmi assalire da questi scatti d’ira? Per questo non ho amici e mi sento tanto triste- dichiarò il bambino.

-Capisco, capisco. Voglio farti un bel regalo!- disse il folletto.

Il viso di Michele si illuminò, sperava che Calmino potesse aiutarlo a risolvere questo problema. Lo vide allontanarsi, andare dentro il grande albero ed uscire con in mano una piccola scatolina rossa.

-Tieni, questo è il mio regalo: una scatolina magica! Ogni volta che ne hai bisogno, aprila e urlaci forte dentro. Ti sentirai meglio e non sarai più un bambino arrabbiato- fece pacatamente il folletto.

Grazie Calmino, grazie mille! Non voglio più litigare e voglio avere tantissimi amici- proferì il bimbo sorridendo.

Da quel giorno, ogni volta che sentiva la rabbia salire dal suo stomaco, prendeva la scatolina rossa, l’apriva e ci urlava forte dentro.

-Rabbia, vattene via!!!- gridava Michele.

Il bambino, con il tempo, imparò a stare tranquillo e a lasciar finire di parlare le persone, prima di aggredirle, in particolare mamma e papà.

A scuola diventò più gentile e disponibile sia con la maestra che con i compagni, che diventarono suoi amici.

Anche se Michele ora è cresciuto e ha imparato a controllarsi, nel paesello lo chiamano ancora, molto simpaticamente, Fiammiferino.

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